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Trento, 22 giugno 2007
TRENTO-BONDONE, TRA (IN)SICUREZZA E INCIVILTA’
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Unione

A scanso di equivoci vorrei precisare che personalmente non ho alcuna preclusione verso la tecnologia e quindi sono disposto a riconoscere che l’industria automobilistica recupera dalle gare automobilistiche anche utili informazioni per l’allestimento delle vetture – oltre agli aspetti promozionali indispensabile per la vendita dei propri prodotti. Il discorso vale ovviamente per le gare di formula, ma anche per i rally e gare simili. In altri termini, il problema non sono i motori, ma l’uso che se ne fa.

Dunque le perplessità sulla opportunità di autorizzare la gara automobilistica Trento-Bondone, una manifestazione che in passato ha avuto certamente un ruolo indiscutibile per far conoscere Trento e la sua montagna, traggono origine da altre considerazioni.

Anzitutto questioni di sicurezza. Negli ultimi anni si sono registrati molti incidenti, fortunatamente non gravi (e speriamo sia così anche per il futuro se la gara avrà un futuro), ma solo un cieco non vede che l’eventuale l’uscita di strada di un veicolo potrebbe provocare molti feriti e forse anche vittime se avviene in un luogo dove sono assiepati gli spettatori. E’ vero che lungo tutto il percorso sono esposti a cura degli organizzatori cartelli con la scritta “sosta vietata al pubblico”, ma è altrettanto vero che né l’organizzazione né le forze di pubblica sicurezza sono in grado di far rispettare i divieti. Il risultato è che ci sono spettatori dappertutto e se finora non si sono verificati gravi incidenti che hanno coinvolto spettatori lo si deve solo alla buona stella della manifestazione, più che alle misure di sicurezza e prevenzione di incidenti.

Anche il tracciato presenta criticità. La sede stradale è la medesima fin da quando la manifestazione è stata proposta per la prima volta, oltre cinquant’anni fa. Non esistono vie di fuga laddove sono prevedibili “fuori pista”. Ma, rispetto al passato, c’è una differenza significativa: la velocità e la potenza delle autovetture probabilmente è più che raddoppiata. In molti punti il guard rail, omologato per contenere vetture normali in caso di sbandata, potrebbe trasformarsi in una ghigliottina per il pilota poiché alcuni modelli di autovettura possono tranquillamente infilarsi sotto il guard rail in caso di fuori pista. Paradossalmente per queste autovetture sarebbe più sicuro rimuoverlo!

L’ordine pubblico e gli interessi economici in gioco. Come per la maggior parte delle manifestazioni sportive il pubblico è sempre più “specializzato”. Non è solo gente qualsiasi che va a vedere queste manifestazioni. Fra le persone abituate a moderare tifo e manifestazioni di sostegno (forse la maggior parte degli spettatori) si mescolano fans scatenati per i quali la gara è tutto, indifferenti a qualsiasi altra considerazione di civiltà e buon gusto. Ma anche un pubblico che segue il “circo” di questo campionato europeo, attrezzato di tutto punto: camper, roulottes, o semplici tende con tutto l’occorrente per qualche giorno di campeggio libero. Non è dunque il tradizionale turista per il quale la gara è anche occasione di pranzare al ristorante, fare shopping, ecc., per il piacere e la gratitudine degli operatori commerciali locali. Capita, purtroppo, nei due giorni di gara, di assistere sul Monte Bondone ad atti di teppismo, inciviltà e maleducazione, talvolta provocati dalle abbondanti libagioni, in altri casi dalla mancanza di strutture adeguate, quali servizi igienici ed altre strutture di supporto. Cinquanta persone possono al limite anche campeggiare sul Bondone senza arrecare grandi disturbi, ma non cinquemila! Le forze dell’ordine non sono in grado di impedire ai campeggiatori improvvisati di piantare le tende ovunque.

Se proprio si vuole fare a tutti i costi questa manifestazione, allora non basta invocare un po’ di tolleranza, occorre prevedere luoghi di sosta per il pubblico, strutture di accoglienza, servizi. Ma verrebbe a questo punto da chiedersi: ne vale la pena, considerata la scarsa ricaduta? Lo scarso interesse dei media (Tv in primo luogo) sta a dimostrare, implacabilmente, che l’appeal sul grande pubblico di questo tipo di manifestazioni è praticamente irrilevante e quindi, a maggior ragione, si impone una valutazione “costi-benefici”. Si è optato invece, sempre più, in questi ultimi anni, per una organizzazione “casereccia” che lascia molto all’improvvisazione e finisce per scontentare tutti.

Il contemporaneo svolgimento della Formula 1 – trasmesso in diretta tv – finisce per ridurre perfino il numero degli spettatori locali, appassionati di motore. La formula uno è sicuramente più interessante.

Molto malumore solleva fra i residenti la prolungata chiusura della strada (anche oltre i tempi di gara): Sardagna, Candriai e Vanezze sono praticamente isolate per due giorni e i residenti sono confinati in casa sia per l’impossibilità di muoversi liberamente, sia per la necessità di sorvegliare le proprie case e i propri beni. Per non parlare del fastidio di dover esibire documenti attestanti la residenza, per non pagare pedaggi o l’obbligo di pagare il pedaggio anche per eventuali ospiti di residenti (si tratta di 10 euro/persona).

Infine chi ha autorizzato la manifestazione, anche quest’anno, ha dimostrato di tenere in poco conto l’opinione delle forze dell’ordine le quali hanno ammesso la difficoltà, per non dire l’impossibilità, di garantire adeguatamente l’ordine pubblico. Lo scorso anno alcuni poliziotti sono stati minacciati e oggetto di intemperanze non solo verbali. Ed in ogni caso in passato – mi riferisco alle edizioni degli anni settanta/ottanta, la presenza di forze dell’ordine era molto più consistente che nelle ultime edizioni, malgrado i problemi siano aumentati e non diminuiti.

In conclusione, se in passato ad opporsi a questa manifestazione erano “i soliti ambientalisti” contrari al rumore ed al puzzo insopportabile di idrocarburi, inevitabilmente accusati di contrarietà “ideologica”, oggi a protestare sono semplici cittadini che vivono e risiedono sulla montagna di Trento e mal sopportano di vedere le loro proprietà (spesso villette incustodite ed utilizzate nei fine settimana) invase da campeggiatori improvvisati che fanno i propri comodi, incuranti anche di minime regole di civiltà.

Tutto questo, ovviamente non c’entra con gli organizzatori, i quali si impegnano perché tutto funzioni al meglio. E’ ormai nella logica delle cose: determinate categorie di tifosi – lo si è visto anche in certi stadi – sono abituati a comportarsi così. Qualcuno, impropriamente, ha fatto paragoni con l’invasione del Monte Bondone di due anni fa, in occasione della tappa del Giro d’Italia. Impropriamente, sostengo, perché ognuno ha potuto constatare un grado di rispetto e di civiltà invidiabile. Forse un numero di spettatori (molti dei quali saliti in bicicletta) maggiore di quelli della Trento-Bondone automobilistica ha creato infinitamente meno problemi. Peraltro una tappa ciclistica crea un disagio ai residenti al massimo per un paio d’ore ma offre una visibilità internazionale che in termini di promozione non è nemmeno paragonabile. Obiettivamente oggi il Monte Bondone è conosciuto internazionalmente soprattutto per alcune memorabili tappe del Giro d’Italia, non per la Trento-Bondone automobilistica.

Tutto ciò premesso, e preso atto che per il corrente anno la manifestazione è stata ormai autorizzata,

si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere

se non intenda assumere, anche di concerto con le Autorità preposte all’ordine pubblico, alcune misure più incisive per migliorare la situazione dell’ordine pubblico non solo durante la gara, ma anche nella settimana precedente, quali:

1. aumentare il numero di guardie forestali al fine di evitare che possano essere accesi falò o fuochi o allestiti campeggi al di fuori dei luoghi appositamente individuati;

2. sollecitare il Sindaco del capoluogo ed il Questore, a predisporre, nella settimana che precede la gara, un servizio di sorveglianza stradale straordinario e per l’arco temporale delle 24 ore, per evitare gare di velocità improprie che sempre si verificano. Va tenuto presente che ogni giorno la strada provinciale del Monte Bondone è meta di escursioni ciclistiche e che i ciclisti, soprattutto in discesa, possono fare molto poco se sbuca un’auto contromano (come succede talvolta) a forte velocità. La Stazione dei carabinieri di Candriai opera con molto impegno e disponibilità, ma il personale assegnato è appena indispensabile per il lavoro di routine, non certo per un carico simile di lavoro straordinario;

3. promuovere un servizio navetta con mezzi pubblici per trasportare gli spettatori in quota, evitando così l’invasione di automobili private. Ovviamente tale servizio dovrebbe essere coordinato con provvedimenti che limitano l’accesso agli autoveicoli privati (salvo residenti ed ospiti di residenti) ed adeguatamente pubblicizzato;

4. promuovere un monitoraggio attento di eventuali atti di malcostume ed inciviltà imputabili agli spettatori, anche al fine di valutare l’opportunità di concedere il nulla-osta per la prossima stagione.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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